Ortodonzia, incubo di tutti gli adolescenti

L’adolescenza è di per sé un periodo molto complesso nella vita di un individuo che passa da bambino ad adulto non troppo lentamente. Certo, sono sei, otto anni se vogliamo (a diciotto anni una persona non è propriamente adulta ancora), ma ci sono così tanti cambiamenti in questo lasso di tempo che anni sembrano giorni. Vi sono così tante variabili in gioco che scombussolano la vita dell’adolescente che per i più questo periodo viene ricordato come un inferno. Lo è stato di certo anche per me.

Alla tenera età di undici anni, mentre la maggior parte delle mie amiche ancora mostrava un corpo infantile, io mi ero riempita di brufoli in viso, e quando dico riempita non parlo di qualche brufolo sulla fronte o sul mento, ma di un mantello che ricopriva uniformemente la mia faccia. Mia madre mi ha fin portato dal dermatologo preoccupata che fosse una qualche forma di allergia. Alla diagnosi “acne” lei si è rasserenata, ed io, invece, sono entrata in panico. Ne sapevo e capivo ben poco della faccenda, ma avevo una sorella più grande che di brufoli ne faceva la sua vita. A differenza di me, la sua pelle era stata solo minimamente alterata dagli ormoni della pubertà eppure al minimo fastidio si adoperava in tutte le maniere per eliminare il problema, in modo da non rischiare la sua popolarità. Io ero ancora bambina, ad undici anni me ne infischiavo della popolarità, ma la sua reazione mi aveva molto preoccupato. Con le creme, gli scrub ed i fondotinta, era iniziato per me un lungo periodo di sofferenze, e presto scoprii di non essere il tipo da diventare popolare a scuola. 

Ad aumentare la mia agonia, ci hanno pensato i miei denti belli storti. Non sembravano voler andare d’accordo l’uno con l’altro, pareva che nella mia bocca ci fosse una guerra. Così, ai tredici, eccomi servita con l’ortodonzia. Se i brufoli erano fastidiosi, l’ortodonzia fissa era il peggio del peggio. Non solo tutti ti prendevano in giro perché avevi delle ferraglie in bocca che sembravi un robot, ma era anche dolorosa e rendeva difficile mangiare certe cose.

La mia ortodonzia è andata avanti fino ai diciotto anni, al punto che ormai mi ero così abituata che quasi non ricordavo più di avere l’apparecchio in bocca. Quando me ne sono liberata, mi sono sentita più leggera di qualche chilo, all’improvviso avevo un sacco di spazio, potevo toccarmi i denti con la lingua, niente mi si incastrava nell’apparecchio, sorridevo e la gente mi guardava con ammirazione per la mia dentatura perfetta.

A diciotto anni avevo anche superato la mia acne, ora la mia pelle era bella (anche grazie alle cure di mia sorella), e anche il mio viso era fiorito. Inoltre ero alta e magra, frutto degli allenamenti di pallacanestro. Insomma, ero all’improvviso diventata una bella ragazza.

Uscire dall’ortodonzia per me ha significato concludere la mia battaglia con i dilemmi adolescenziali e, in fondo, sono contenta di aver portato l’apparecchio perchè ora ho un sorriso perfetto!